Sanremo 2019, finalmente una gara

Giorgia Olivieri
7 min readFeb 6, 2019
Foto di ©Guido Calamosca

Io di questo Festival sono contenta. Baglioni ci ha regalato una gara di canzoni serrata con brani — a mio avviso — di grande livello. Forse perché sono contemporanei. Questa edizione ha appreso la lezione dei talent senza però farsi colonizzare dai fuoriusciti di quei programmi, ha guardato l’Eurovision per un palco in cui convivono orchestra e effetti speciali ma soprattutto ha frequentato i social. Su questo ultimo aspetto, il ritardo è di almeno 10 anni perché se il festival adesso è il programma più atteso dell’anno da tutti, anche da quelli che per la kermesse canora hanno sempre avuto la puzza sotto il naso, è merito di chi stava qua in trincea tra blog, Twitter e un giovane Facebook. Pubblico oggi qualche impressione sulle canzoni e non ieri dopo le prove perché, visto che fino a qualche anno ero anch’io sul divano a godermi la visione in tv, non volevo spoilerare lo spettacolo a chi non ha il privilegio di ascoltare prima. Ho dato i voti ma sono stata generosa. Mi ha ispirato Toto Cutugno su Ora o mai più. Del resto non sento gravi insufficienze.

Francesco Renga — Aspetto che torni
Cerco ancora nei miei occhi il sorriso di mia madre mi manca da trent’anni e vorrei dirle tante cose
Solo leggendo il testo di Renga mentre arrivavo in macchina avevo già fatto un piantarello. Sono passati 30 anni e lui la madre la piange ancora. Io tra 30 anni di anni ne avrò 73: se tutto va bene sarò morta, l’unico modo forse per recidere ‘sto doloroso cordone ombelicale. #teamorfani.
Voto: 6 1/2

Nino D’Angelo e Livio Cori — Un’altra luce
‘E vote na parola can un vuo senti’ è a chiave e na raggione can un saie capi’ a vote ‘na parola te po’ fa vede’ o bello can un vide ma sta attuorno a te
Orgogliosamente napoletani, un sound che però riescono a rendere contemporaneo. Sono ben amalgamati ma ti aspetti da un momento all’altro che svelino l’identità di Liberato. Che speriamo sia Nino D’Angelo ovviamente. #teamgomorra
Voto: 7 —

Nek — Mi farò trovare pronto
Sono pronto sono pronto a non essere pronto mai
Il 47enne meglio conservato della musica italiana, cerca di bissare il successo di fatti avanti amore. Bella eh, gran tiro ma nel mio cuore quel Nek del 2015 rimane insuperabile.
Voto: 7+

Zen Circus — L’amore è una dittatura
Esistere è giusto un momento chi vive nel tempo muore contento
Gli sbandieratori nazisti meritano solo quelli un applauso. Una canzone che racconta l’oggi e l’anarchia che si trova dentro ogni emozione. Le parole sono importanti, queste sono tutte da leggere. In quota indie.
Pelledocometro: ON.
Voto: 9

Il Volo — Musica che resta
Amore abbracciamo voglio proteggerti siamo il sole in un giorno di pioggia (solo perché è il passaggio che si può cantare con le braccia aperte in modalità Modugno)
Il trio per il decennale della loro carriera si rinnova e presenta un pezzo che gli dà quella pennellata pop che serve per detenorizzarsi. Spoiler: la canterete anche se vi fa schifo. Ci deve essere la droga in quella melodia.
Voto: 8

Loredana Bertè — Cosa ti aspetti da me
Ci vuole soltanto una vita per essere un attimo
Echi vaschiani per questa Bertè in grande spolvero. Anche se spiaggiati sul divano la testa si muove a ritmo canticchiando il ritornello.
Pelledocometro: ON.
Voto: 8 1/2

Daniele Silvestri — Argentovivo
Come se casa non fosse una gabbia anche lei e la famiglia non fossero i domiciliari (in realtà la canzone andrebbe scritta tutta)
È stato il testo che più mi ha emozionato alla sola lettura. Un pezzo importante, interpretato magistralmente dall’artista romano. Se un adolescente sofferente sapesse che quel dolore a un certo punto passa, potrebbe viversi meglio quell’età. Peccato che non crederebbe a nessuno. Pelledocometro: ON
Voto: 9

Federica Carta e Shade — Senza farlo apposta
A volte dirsi ti amo è più finto di un «ciao ci sentiamo»
Penso che sia la canzone adatta per andare in bagno ma non perché fa cagare, è che si perde un po’ in mezzo a lavori meglio congegnati. Per voi comunque Sanremo finisce in radio, mica male però.
Voto: 6

Ultimo — I tuoi particolari
È da tempo che non sento più la tua voce al mattino che grida «bu» e mi faceva svegliare nervoso
Ultimo studi da vincitore e arriva al festival bello “baglionato” con pianoforte e voce. È uno di quelli che entra papa, io spero davvero che esca sagrestano. In quota canzone di cittadinanza.
Voto: 7+

Paola Turci — L’ultimo ostacolo
E cambieremo mille volte forme e lineamenti per non sentire l’abitudine ci saranno appuntamenti che sarai obbligato a perdere
Splendidamente in forma, non raggiunge il livello della sua ultima partecipazione al festival. Speriamo alla prossima si inventi qualcosa di nuovo.
Voto: 6/7

Motta — Dov’è l’Italia
Dov’è l’Italia amore mio mi sono perso
Motta fa Motta e lui sul quel palco si fa piccolo piccolo. Deve essere stata una bella sfida per lui partecipare al festival. L’eventuale spocchia del mondo indie viene spazzata via dalla sua emozione. In quota: in radio andrà meglio.
Voto: 6/7

Boomdabash — Per un milione
Con un look da Prodigy del Salento, sono i nuovi Signor Bonaventura. Suonano da 15 anni ma l’impressione è che fino a qualche mese fa, grazie alla Bertè, non avessero superato Foggia. Che piaccia o no, questa fino ad agosto non fa come Baglioni.
Voto: 5/6

Patty Pravo con Briga — Un po’ come la vita
Ma in questo tunnel così buio io non guardo indietro e la fine è l’unica cosa che non vedo
Briga sembra il badante della Patty che sale sul palco dell’Ariston senza uno smalto particolare. Si salva per la gag iniziale dovuta al problema tecnico. Una canzone che si dimentica. Peccato, da lei ci aspettiamo qualche emozione in più.
Voto: 6

Simone Cristicchi — Abbi cura di me
Tu arrenditi a tutto, non giudicare chi sbaglia perdona chi ti ha ferito, abbraccialo adesso perché l’impresa più grande è perdonare se stesso
Spirituale, sembra una preghiera. Indubbiamente bravo ma, per dire, mi sono piaciuti di più i suoi capelli rispetto alla canzone anche se non manca di lirismi toccanti se non addirittura paraculi.
Voto: 7-

Achille Lauro — Rolls Royce
Voglio una fine così C’est la vie non è follia ma è solo vivere
Non nasconde l’omaggio a un primo Vasco. Diverte e si diverte. Non c’è modo migliore di prendere questa competizione. Forse questa i vostri figli la balleranno più della scimmia nuda di Gabbani o della vecchia de Lo Stato Sociale.
Voto: 8/9

Arisa — Mi sento bene
Credere all’eternità è difficile basta non pensarci più e vivere
Le va riconosciuta la capacità di rinnovarsi. Con quella voce fa quello che le pare. Tipo iniziare un pezzo come se fosse un cartone della Disney passando sul cubo ebbra di felicità e roba buona. Ecco, questo brano ha la leggerezza di un buon gin tonic.
Voto: 9

Negrita — I ragazzi stanno bene
Non mi va di raccogliere i miei anni dalla cenere voglio un sogno da sognare e voglio ridere non mi va non ho tempo per brillare voglio esplodere
Sulla breccia da 25 anni, tornano al Festival perché voglio riprendersi una scena occupata, cito testualmente, da una scena occupata dai ragazzini usciti dai talent. Questa decisione trova il mio gradimento. Anche perché il pezzo spacca ed emoziona. Probabilmente a parlare sarà l’età: sono arrivata a quel punto in cui ogni brano musicale si balla al ritmo dell’hully gully e chiamo tutti “ragazzi” anche se hanno 80 anni.
Pelledocometro: ON
Voto: 9+

Ghemon — Rose viola
La strada del ritorno l’ho segnata sulla mappa dei miei passi falsi, frasi squisite quelle tue che ora sanno di cibo per gatti
Come artista ha raggiunto una buona maturità artistica in un lampo. Forse è quasi troppo per questo palco che potrebbe non dargli le soddisfazioni che merita. L’augurio è che le possa trovare fuori tra radio e live.
Voto: 7

Einar — Parole nuove
Parlo poco lo sai, soprattutto di te scrivo solo canzoni cosa vuoi sentirti dire
Magari è anche bravo ma non spicca in mezzo agli altri che sembrano avere qualcosa in più da dire. Tenero ma non mi arriva ma forse non è a me che deve piacere. Ed è giusto così.
Voto: 5

Ex-Otago — Solo una canzone
Resta con me perché da solo non ho fame poi non è bello cucinare solo per me
Delicata. Potrebbe crescere durante la gara o in radio quando la primavera accarezzerà i sentimenti risvegliati. Sicuramente un gradimento generazionale. Siamo arrivati a quarant’anni passati senza contare una fava. Alla fine ci accontentiamo “solo di una canzone” che stupisce per la sua semplicità. La lingua di tutti i giorni.
Voto: 7/8

Anna Tatangelo — Le nostre anime di notte
Allontanarsi non è mai la fine se si ha il coraggio di ricominciare ma non è facile quando si perde la complicità
Ottima esecuzione ma in una gara in cui i sentimenti si argomentano nelle minime sfumature lei ha un po’ troppo il sapore del Novecento. Forse non è colpa sua ma degli altri che hanno fatto di meglio.
Voto: 5 1/2

Irama — La ragazza con il cuore di latta
Sicuramente la canzone piacerà ai più: la ragazza fragile, malata, il padre la mena, lui la salva, lei rimane incinta chissà di chi. Troppe sfighe tutte insieme per tre minuti e spicci di canzone. Lui sembra crederci e il popolo gli darà ragione. In quota cinque stelle, quella di Fico però.
Voto: 5/6

Enrico Nigiotti — Nonno Hollywood
Troppo giovane per essere così nostalgico. Lui, il nonno, il mondo a pile e le considerazione da vecchio al bar in cui dice che si parla più l’inglese che i dialetti nostri, il taxi alla stazione che non riesci a prenotare. Anche orecchiabile eh ma tutto insieme mi sembra un mix intollerabile. In quota cinque stelle, area Di Battista.
Voto: 4

Mahmood — Soldi
Non sono tanto i temi a fare questa canzone un pezzo contemporaneo ma l’efficace mescolanza tra performance, presenza scenica del ragazzo per metà egiziano e i suoni. Mahmood ha coraggio e freschezza. E probabilmente anche la faccia tosta di fregarsene in caso non portasse a casa ‘sto Sanremo con soddisfazione.
Voto: 8

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Giorgia Olivieri

Giornalista, scrive quello che vede come se fosse al bancone del bar. Marchigiana, vive a Bologna da troppo tempo.